Vedere guardare assistere. Il primo quadro di Ugo Tapparini si vede. Il secondo terzo quarto si guardano. Dal quinto in poi si assiste perché i quadri di Tapparini sono racconti, manifestazioni.
Racconti in cui il soggetto, un volto o altro, è dilatato, ingrandito, è la prima cosa che si vede; poi il racconto si sviluppa con gli altri personaggi, più piccoli e/o in secondo piano.
E poi c’è lo spazio: i frati che giocano in uno spazio sempre più dilatato a simulare la libertà fino ad arrivare alla tragedia della ritirata di Russia dove lo spazio diventa infinito, angosciante, con i personaggi sempre più piccoli non per la lontananza ma perché è lo spazio che è enorme.
Detto questo, ora conviene assistere ai quadri di Ugo Tapparini, dalla collezione Serratì a Lecce.

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